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10. La madonna di Cammarana

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La chiesa della Madonna di Cammarana. Culti antichi, visitatori, leggende e tradizioni.                                                                        

Saliti sul promontorio, ci si trova ad imboccare la stradina che porta al Museo (ripercorre in parallelo quasi il tracciato dell’antica platea B), in mezzo all’area archeologica. Sulla destra, l’agorà e le stoài; alla sinistra, nel declivio della collina, quartieri di età ellenistica e romana, successivi al 258 a.C.[1]. Continuando lungo la stradina si arriva al Museo di Camarina[2], sorto nella masseria che nel tempo aveva occupato il sito dell’antica chiesa, costruita su un muro del tempio di Atena: siamo nel punto più alto e più visibile della collina di Cammarana[3], dove fu costruito il tempio di Atena, scelta come divinità tutelare della città[4].  

L’area sacra continuò a vivere nei secoli seguenti, nonostante l’abbandono della città. Nell’area del tempio di Atena furono recuperati frammenti di lucerne cristiane di tipo africano, in argilla corallina, risalenti al IV-V secolo d.C. (Pace). Se ciò non è casuale, bisogna ritenere che l’area del tempio mantenesse l’antico ruolo sacro. È possibile ipotizzare già nel IV-V secolo l’esistenza di una chiesetta cristiana, con la diffusione in zona del Cristianesimo? Probabilmente sì, con la precisazione però che non si trattava di un edificio dedicato alla Madonna Assunta, il cui culto è di origini bizantine (V secolo) e non arrivò in Occidente prima della fine del VI secolo e che, compiutamente elaborato tra l’VIII e il IX secolo a Costantinopoli, fu capillarmente diffuso in Sicilia dai Normanni. Una presenza cristiana è anche nell’entroterra, nella cosiddetta “Grotta di Recucco”: una piccola catacomba con fosse campanate di età paleocristiana (IV-V secolo d.C.). Traccia di una forte presenza cristiana a Camarina è stata creduta la notizia riportata da Rocco Pirri (1642), il quale attribuisce all’antica città greca addirittura un vescovo di nome Bonifacio, che avrebbe partecipato ai concili del 501 e del 504 a Roma. La cosa appare inverosimile e probabilmente frutto di errore (Pace). Quel che è certo è che nel XV secolo l’antico tempio di Atena era già diventato una chiesetta cristiana dove si venerava il culto della Dormizione o Assunzione della Vergine, celebrato il 15 agosto (vedi oltre).  Ma esaminiamo ora le testimonianze scritte sulla chiesa.

NOTE


1]La città nell’epoca della massima crescita (seconda metà del V-IV secolo a.C.) «sviluppava, sul pianoro di un lungo promontorio prospiciente il mare, cinque assi longitudinali larghi m. 9-9,5 m., due sulla dorsale lunghi 2 km, tutti distanti tra di loro 70 m. e sui quali si impostava una scansione di stenopói ogni 40 m., larghi 6 m., così da creare, in corrispondenza, sei fasce di isolati di 34 o 23,5×136,5 m.» (L. Quilici-S. Quilici Gigli, Introduzione alla topografia antica, pag. 94 Il Mulino 2004).


2]Per una descrizione del Museo, cfr. Camarina. Guida didattica del Museo, 1996 e segg..


3]Nel 1906-07 Orsi sul colle di Cammarana «in prossimità del tempio di Atena…aveva raccolto vari utensili litici e ceramica preistorica» (Di Stefano), segno di un’antica abitazione dei luoghi. I reperti rinvenuti da Orsi «sono tre asce, fuseruole fittili e vari frammenti vascolari».


4]Con Atena (sotto varie denominazioni: Poliáochos, Lindìa e poi anche Ergáne e Sóteira) ricevevano culti la ninfa Camarina e le divinità fluviali Hipparis (Ippari) e Oanis (Rifriscolaro), Zeus Sotér o Eleuthérios (V Olimpica), Demetra e Persefone (importantissime divinità, che avevano un santuario al Rifriscolaro e delle quali è stata trovata una stipe, cioè un deposito con le statuine a loro dedicate). Presente naturalmente il culto dei morti e probabilmente quello degli ecisti Dascòne e Menècolo (fondatori della città) e dei vincitori ad Olimpia: Parmenide (528 a.C.) e Psaumis nel 488 e nel 452 a.C.. Dai rinvenimenti archeologici ricevevano culti probabilmente anche Apollo, Eracle, Afrodite, Dioniso, Artemide Agrotéra. Non mancavano le superstizioni e la fede nell’Orfismo, basata sulla credenza nella reincarnazione delle anime (metempsicosi), testimoniata non solo dalla notizia riportata dal Lessico Suida sulla presenza di un poeta Orfeo di Camarina, ma anche dalla iscrizione di Ippò (III sec. a.C.) studiata da Virgilio Lavore (cfr. bibliografia in Appendice).

 

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