Scoglitti. La costa e l’entroterra tra il Seicento ed i primi dell’Ottocento. Il feudo dell’Anguilla.
Come abbiamo già ricordato, la parte finale della valle del fiume di Cammarana fu interessata dal processo di concessioni enfiteutiche fatte dal 1550 al 1564, tra cui le sei concessioni di terre alla Salina e le dieci di Cammarana (a meno che non si tratti della cava di Cammarana, cosa assai probabile). Ma non solo: tutte le terre intorno alla palude furono interessate. Infatti in contrada San Martino[1] (oggi in territorio di Ragusa) «alla fossa di Cazano allo capo di suso de Cammarana» nel 1561 tale Francesco di Bennardo di Comiso vi ricevette due salme di terra, «incomenzando dello gurgo et trato de via verso Sicle»; altre assegnazioni in contrada Tesauro, sempre in territorio di Ragusa (nel 1561 Stefano Genduso di Comiso vi ricevette salme 8 confinanti «con la via pubblica che va a Cammarana, con terre concesse a Petro la Donzella e trazzera che va a Comiso»). Altre concessioni furono fatte nell’entroterra del promontorio di Cammarana e precisamente:
a Bocampello, dove nel 1561 Antonino Carnaza e Antonino Salibba di Comiso vi ricevettero terre confinanti «con la via che viene dalla Favara e va verso Ragusa e con l’altra via che da Scicli va a Comiso»); Francesco Meli di Comiso vi ricevette 3 salme, «confinanti con la via pubblica di Scicli che va a Comiso e con la via grande che viene dalla Favara[2] e va a Ragusa»;
alla Niscescia nel 1579 Jacopo Amicuzo del Comiso ricevette «4 salme in una tenuta sua chiamata la grassura di Bellio, confinante con la saia e le terre del mastro Jacopo Cappellano»; nel 1580 Blasi di Paolo vi ebbe salme 4; nel 1590 Francesco e Paolo Palombo salme 4 di terra «confinanti con terre di Blasi di Paolo e il pantano di Cammarana». Tutta la contrada fu poi assegnata a Paolo La Restia, già dal 1591 «barone e signore di Bocampello e Piombo»[3].
Interessanti i cenni alla viabilità della zona, che è fitta, come è dimostrato dal fatto che nel 1561 a Bocampello si incrociano due grandi vie: una che viene dalla Favara (Fonte Diana a Comiso?) e va verso Ragusa; l’altra che da Scicli va a Comiso, mentre nel 1584 «in maritima Cammerinae [Paolo La Restia prende in enfiteusi 150 salme di terra] tra la via che unisce Scicli e Heraclia[4], il pantano di Camerana e la via di Passolato verso la chiesa di Santa Maria di Camerana» (Morana 1985).
NOTE
1] Nel periodo 1550-1564 in questa contrada furono fatte ben 28 concessioni di terra (Sipione). A fine Settecento queste terre, a confine con quelle dette della Cinta, appartengono ai fratelli Ciano, il barone don Salvadore, don Giuseppe e donna Rosa (che possiedono anche terre alla Marina e appunto alla Cinta).
2] La Favara è verosimilmente la Fonte Diana.
3] Giuseppe Raniolo, La nuova Terra di Vittoria dagli albori al Settecento, Comune di Vittoria 1990.
4]Terranova oggi Gela