Le grotte tra storia, leggende e invenzioni.
Spesso si è molto fantasticato sull’esistenza, nel sottosuolo di Vittoria, di grotte e camminamenti e ce n’è traccia in alcune storie che si tramandavano nel passato di collegamenti sotterranei tra conventi e monasteri…Al di là delle ovvie stupidaggini, il primo che cercò di dare una visione generale della Vittoria “sotterranea” fu Attilio Zarino[1], che nel 1977 descrisse quelli che per lui sono senza ombra di dubbio resti di grotte, camminamenti e siti archeologici. In sintesi, queste sarebbero le maggiori emergenze da lui riscontrate:
- grotte sotto il viale Volturno (utilizzate fino al 1943 come rifugi antiaerei);
- grotte in contrada Celle e piazza Cappellini;
- grotte alla destra del Canale nell’Orto del Crocifisso: “rutta de’ scifazza o da cunziria”;
- Grotte Alte (sotto il Castello, i Magazzini del Conte e l’area dell’ex Monastero di Santa Teresa al di sotto del quale si apre la “rutta do curdaru o de carrina”
- grotte in via Palestro;
- grotte alla Villa Comunale;
- grotte in via Fanti (ostruita nel 1834, Ferraro pag. 157). Queste le grotte entro l’abitato; al di fuori, nel territorio, avremmo:
- “rutta de’ setti cammiri” alla Martorina;
- grotte lungo la strada per la Culorva;
- grotte lungo la strada per Cammira Aranci (di fronte alla stele di Fuschi)
- grotte lungo la strada per Santa Rosalia.
Questo secondo Zarino.
NOTE
1]cfr. il suo Vittoria dalle origini preistoriche al Regio Privilegio…1977.