Le Scuole Nuove, Piazza Italia, la “stradella”, la stazione ferroviaria e le distillerie.
Compreso tra le “opere del Regime” realizzate dal Fascismo, il grande edificio conosciuto come “Scuole Nuove”, occupa il quadrilatero tra le vie Milano, Cavour, Firenze e Bixio, allora zona periferica libera nell’antica contrada San Placido, poco distante dalla “Gran Piazza d’Italia” prevista nel piano Cancellieri del 1880. L’area era dominata dalla fabbrica di “cremor di tartaro“ di proprietà Incardona (tra le attuali vie Bixio, Milano e Carlo Alberto, dove oggi sorge un nuovo edificio)1 e da ampi spazi appartenenti alla famiglia Jacono2, cui furono espropriati mq 3.006. Autore dell’iniziativa, destinata a dare una sistemazione definitiva alle scuole elementari vittoriesi, all’epoca ospitate in gran parte nel vecchio ex monastero di San Giuseppe3, fu il podestà Michele Maltese.
L’ing. Giovanni Terranova fu incaricato di elaborare il progetto, approvato il 20 agosto 1931. Per la costruzione dell’edificio fu assunto un mutuo di 3 milioni con la Cassa DD.PP. (15 marzo 1932). L’opera, di cui il progettista stesso fu designato direttore dei lavori, ebbe un iter relativamente celere: una volta appaltata, il 1° stato di avanzamento dei lavori fu approvato il 2 dicembre 1933; il 2° il 3 maggio 1934; il 5° il 12 settembre 1935; l’8° ed ultimo il 4 giugno 1938. Finanziata la fornitura dei banchi, le scuole elementari si trasferirono nel nuovo edificio da San Giuseppe dall’a.s. 1937-1938. A causa dello scoppio della guerra, dalla fine del 1939, nelle scuole fu ospitato un contingente di truppe italiane, per cui molte classi furono spostate di nuovo a San Giuseppe. Poi, con l’entrata in guerra dell’Italia, i tedeschi usarono l’edificio come alloggi per aviatori della vicina base di Comiso. La sera dello sbarco, il 10 luglio 1943, fu teatro di una sparatoria tra tedeschi e soldati americani4.
Passò parecchio tempo, prima che l’edificio fosse di nuovo utilizzato a scopi didattici. Questa la situazione nel 1953: al pianterreno e al primo piano era ospitato il 1° Circolo Didattico con 68 classi in doppio turno; al secondo piano, la scuola media ed il ginnasio. Successivamente il secondo piano ospitò anche il Magistrale, in doppio turno. Oggi l’edificio ospita il 1° Circolo Didattico “Giovanni XXIII” (piano terra e primo piano) e la Scuola Media “Vittoria Colonna” (al secondo), unificato ormai in Istituto Comprensivo. Recentemente l’edificio ha subito un parziale restauro, mentre parte della via Cavour è stata chiusa al traffico, per realizzare un’isola pedonale.
Lungo la via Milano, tra le vie Rattazzi e Farini sorgeva la vecchia chiesa della Madonna Assunta con ampi locali (passati in proprietà agli eredi dell’ex sacerdote Ciancio), mentre la nuova chiesa della Madonna Assunta, costruita negli anni ’90, sorge in via XX Settembre all’angolo con la via Firenze.
NOTE
1] Altre fabbriche di cremor di tartaro erano quelle di Placido D’Andrea (in via La Marmora, Curtatone e Ruggero Settimo); di Gambardella (via Palestro ang. Cernaia); di Francesco e Giovanni Molé (via Castelfidardo ang. Roma); di Battaglia (via Castelfidardo ang. Cacciatori delle Alpi); di Calarco (in via Castelfidardo ang. Cernaia), ma già nel 1890 trasformata in casa del not. Molé oggi Di Geronimo).
2]Per l’esattezza ad Antonio Jacono figlio di Giombattista fu Salvatore.
3]Altre classi erano nelle case Giurato in via Ruggero Settimo, nel palazzo Gucciardello e nel palazzo Di Pasquale in via dei Mille (dal 1912), poi detto “Foderà”.
4]Due soldati tedeschi vi furono uccisi.