La Villa Comunale.
Approvata la legge sull’esproprio dei beni ecclesiastici nel luglio 1866, il Consiglio Comunale di Vittoria il 23 novembre dello stesso anno richiese anche «la cessione a favore del Comune del fabbricato del convento dei padri Cappuccini, con suo orto addetto a giardino, e del recinto ove esisteva un tempo il mercato dei panni, da servire a fabbricato per uso d’ospedale di povertà che assolutamente ne difetta il Comune e ricovero di mendicità, obbligandosi il Comune di pagare il valore del giardino giusta l’ultima gabella in £. 701.25»1. Dal 1867 fino al 1930 l’area in gran parte fu data in affitto, a base d’asta, per usi agricoli e poi in seguito anche per ovili di macellai; in parte fu ceduta a privati a scopo di edificazione. Nel 1923 però l’amministrazione dell’epoca, retta dal dr. Salvatore Gucciardello, fece approvare nel nuovo Consiglio a maggioranza fascista il progetto di una gigantesca lottizzazione, in base alla quale si cominciò a vendere alcuni lotti di terreno per uso edificabile. Ma in seguito, fortunatamente, furono riacquistati dal Comune, con il rimborso del prezzo agli acquirenti. A prescindere dal giudizio storico che si deve dare sull’epoca, dobbiamo gratitudine al podestà Michele Maltese che, con deliberazione n. 362 del 1° ottobre 1930, approvò il progetto per la creazione di un giardino pubblico, dando una destinazione definitiva e assai proficua per il presente e per il futuro all’orto dei Cappuccini. Così recita la narrativa della deliberazione:
«Ritenuto che al margine sud ovest dell’abitato il Comune possiede un’estensione di terreno che abbisogna di una sistemazione per eliminare lo sconcio antigienico di essere adibito a pubblico vespasiano, nonché per pascolo a greggi vaganti;
Ritenuto che la sistemazione maggiormente s’impone ora che è stata riadattata la bellissima e vasta piazza intitolata all’augusta persona di S.A.R. la Principessa di Piemonte [attuale Piazza Sei Martiri, n.d.a.];
Ritenuto che il terreno per la sua disposizione si presta ad essere sistemato a giardino pubblico, di cui questa Città ne ha bisogno per dare un po’ di sollievo allo spirito dei suoi 42.000 abitanti e dove il lavoro intenso non può avere altro compenso che quello di ricrearsi in un luogo adatto…».
L’incarico per il progetto era stato dato all’architetto Saverio Fragapane2, che lo aveva consegnato il 12 giugno. La allocazione dei giardini pubblici era la seguente: «…precisamente il quadrilatero confinante a nord est con case private in via Brescia [erroneo per Varese, n.d.a.], a nord ovest con la via dei Mille, ad ovest con lato aperto ove si addentrano il convento dei Cappuccini e un isolato di case private, con Piazza Maria del Belgio e col Dispensario Polivalente ed ospedale; a sud est con una viuzza campestre sul pendio della Valle dell’Ippari», per una superficie complessiva di circa 31.500 mq. I lavori furono appaltati il 24 ottobre 1930 alla ditta Pluchino di Ragusa (del. n. 425) ed iniziarono a metà dicembre. Direttore dei lavori fu nominato l’ing. Emanuele Amarù (1906-1999), che apportò numerose modifiche e varianti al progetto originario. Il Giardino Pubblico fu completato nel 1939. Nel 1937, autore lo scultore Salvatore Battaglia, in fondo al viale principale, fu eretto un monumento alla fondatrice di Vittoria, Vittoria Colonna, nel 330° anniversario della fondazione della città.
NOTE
1]Insieme ai beni dei Cappuccini fu richiesta anche la cessione delle chiese e dei fabbricati di S. Giuseppe, S. Teresa, S. Biagio e S. Francesco di Paola.
2]Di scuola del Basile, Fragapane aveva nel 1906 vinto il concorso per la costruzione nel nuovo Municipio di Vittoria, opera purtroppo non realizzata (cfr. Vittoria e le sue Case Comunali…).