Convento delle Grazie – Sala delle Capriate Gianni Molè – Ore 17.30
Presentazione del volume Ercole Patti, Tutte le opere (Ed. La nave di Teseo) a cura di Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla
Interverranno:
Franca Antoci, giornalista
Sarah Zappulla Muscarà, Ordinaria di Letteratura Italiana, Università di Catania
Enzo Zappulla, Presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano
Leggerà: Agostino Zumbo, attore
Nato a Catania 1903, Ercole Patti è stato uno scrittore, giornalista, sceneggiatore e drammaturgo italiano. Dopo la laurea in diritto internazionale nel 1925, inizia la carriera letteraria come giornalista, professione che lo porterà a dare un taglio da terza pagina alla sua produzione. Collabora la Gazzetta del Popolo, diretto da Ermanno Amicucci e con Il Tevere di Telesio Interlandi, di cui è anche inviato all’estero. Dal 1931 collabora al Popolo di Sicilia, diretto da Piero Saporiti. A metà degli anni ’30 tiene una rubrica di critica cinematografica su Il Popolo d’Italia. Dopo il 25 luglio 1943 sostiene Badoglio e, con l’occupazione tedesca della capitale, viene arrestato e resta tre mesi in carcere (ottobre-dicembre 1943). La notorietà arriva nel 1940, grazie al romanzo Quartieri alti, una narrazione satirica dell’alta borghesia romana col piglio dell’indagine di costume. Da questo libro, e da Le rendez-vous de Senlis di Jean Anouilh, il regista scrittore Mario Soldati trarrà ispirazione per l’omonimo film del 1945. Con Il punto debole nel 1953 ottiene il “Bagutta del venticinquennale” ed è finalista al Premio Strega. Più tardi, con Giovannino (1954) (in cui inserisce brani di un giovanile romanzo rimasto incompiuto I Barbagallo o Il signor Barbagallo), finalista al Premio Strega, un romanzo giocato fra Catania e Roma che riporta ai temi dell’apatia giovanile, della sindrome di Peter Pan e della disillusione, Patti definirà più compiutamente la propria fisionomia di narratore moralista, in un punto di incontro fra acume e amarezza. Una tendenza confermata con i tre libri successivi, Un amore a Roma (1956), Le donne e altri racconti (1959) e Cronache romane (1962).
La svolta nella produzione letteraria arriva nel 1965. Con La cugina la narrazione si sposta in una Sicilia morbida e pigra, descrivendo le sue vicende sensuali. Adesso Patti racconta profumi e colori della Sicilia dell’inizio del Novecento, con un eros rimasto nel guscio, incapace di essere più che fisico, su una linea seguita due anni più tardi da Un bellissimo novembre (1967), considerato il suo capolavoro, a Graziella (1970), preso a soggetto per il film La seduzione, e da Diario siciliano (1971), vincitore del Premio Selezione Campiello dello stesso anno. Con il libro successivo, Gli ospiti di quel castello (1974), vincitore del Premio Brancati-Zafferana, si cambia ancora genere: adesso la narrazione, in una cornice di fiaba magica, torna a Roma, città che lo ospiterà fino alla morte e nella quale lavorerà anche come autore teatrale e sceneggiatore cinematografico. Bompiani, nel 1972 e nel 1974, pubblica Tutti i romanzi. Ercole Patti muore a Roma, in seguito a tumore, il 15 novembre 1976.