L’ospedale.
Il convento fu utilizzato una prima volta come ospedale nel 1837, durante l’epidemia del primo colera. Allo stesso modo le grotte nei pressi del convento furono utilizzate come fosse comuni durante il secondo colera, quello del 1854-55 (cfr. Orazio Busacca), ma dopo il 1867, passato al Comune, fu proprio questa la sua destinazione. Al sacerdote Salvatore La China, nome secolare di fra’ Gaetano, dobbiamo infatti l’utilizzazione definitiva dell’ex convento come ospedale, dal 1° gennaio 1880[1]. Dopo l’approvazione delle leggi che abolivano l’asse ecclesiastico, espropriandone i beni a favore dello Stato, spettava ai Comuni richiederne l’uso. Cosa che il Consiglio Comunale di Vittoria fece il 23 novembre 1866, richiedendo, tra gli altri edifici religiosi, anche «la cessione a favore del Comune del fabbricato del convento dei padri Cappuccini, con suo orto addetto a giardino, e del recinto ove esisteva un tempo il mercato dei panni, da servire a fabbricato per uso d’ospedale di povertà che assolutamente ne difetta il Comune e ricovero di mendicità, obbligandosi il Comune di pagare il valore del giardino giusta l’ultima gabella in £. 701.25».
Consegnato al Municipio nel 1868, in un primo tempo vi fu ospitata la Milizia, cioè la Delegazione di Pubblica Sicurezza. Poiché però nel frattempo urgeva la questione della realizzazione di un nuovo ospedale, dopo l’abbattimento dell’antico ospizio di Matteo Terranova e la costruzione al suo posto di un altro edificio (destinato a nuovo Municipio nel 1870[2]), si ritenne di trasferire la Milizia presso i locali dell’ex convento degli Osservanti ed il convento dei Cappuccini fu destinato ad ospedale civico. All’inizio il servizio si dibatté tra enormi difficoltà economiche e funzionò a singhiozzo, fino a quando non fu eletto presidente della Congregazione di Carità[3] proprio il sacerdote Salvatore La China, che tanto lavorò (anche in sintonia con il sindaco on. Rosario Cancellieri) che il 1° gennaio 1880 l’Ospedale riaprì i battenti e non li chiuse se non nel 1964, quando fu trasferito nei nuovi locali di contrada Maritaggi. Però, nonostante il buon funzionamento dell’ospedale ai Cappuccini, ai primi del Novecento maturò l’esigenza di una costruzione moderna e più grande. Dapprima si era deliberato di costruire il nuovo ospedale in contrada S. Placido «di fronte alla Gran Piazza d’Italia» (deliberazione del 25 aprile 1905, revocata il 16 dicembre 1905), poi era maturata l’idea, concretizzata l’11 gennaio 1906, di scegliere come nuovo sito «le chiuse adiacenti all’ex convento dei PP. Cappuccini di proprietà del Comune». La scelta passò e il 29 aprile 1906 venne approvato il progetto del costruendo ospedale, suddiviso in otto lotti. Il 24 aprile 1907, nel corso delle celebrazioni per il III Centenario della fondazione, l’on. Evangelista Rizza pose la prima pietra del nuovo edificio al Belvedere[4], ma neanche in questo caso si fece nulla.
A seguito di insistenti richieste, il 26 ottobre 1945 la chiesa fu restituita dal Comune all’Amministrazione del Fondo per il Culto, che la cedette alla Curia Provinciale dei Minori Cappuccini di Siracusa. Durante gli anni ’50, essendo cominciati i lavori per la costruzione in contrada Celle-Maritaggi del nuovo ospedale, i Cappuccini chiesero la retrocessione anche dei locali dell’ex convento, ancora occupati dall’ospedale. Il 24 febbraio 1959 il Consiglio Comunale acconsentì, una volta che l’ospedale fosse stato trasferito nei nuovi locali. Cosa che avvenne nel corso del 1964. Pertanto, prima il Commissario Straordinario, dr. Giovanni Guzzardi, poi il nuovo Consiglio Comunale espressero la loro volontà di rispettare la deliberazione del febbraio 1959. L’atto formale di retrocessione fu stipulato il 18 maggio 1965.
NOTE
1]Scrissero sull’argomento lo stesso La China, il fratello Federico e Nannino Terranova. Tali notizie sono rifuse ed ampliate nella recente opera del dottor Nicolò Pacca, Storia degli Ospedali di Vittoria, Edizione a cura della Fondazione Ospedale di Vittoria, 2011.
2] Vedi il mio Le Case Comunali, Quaderni di Urbanistica 2008
3] Organismo che ai sensi della legge Rattazzi del 1862 gestiva la pubblica assistenza e beneficenza.
4] Sulla costruzione dell’ospedale vedi Pacca, op. cit.