Il Giudicato Mandamentale poi Studio della Musica.
Di proprietà comunale dal 1845 (acquisito mediante permuta da don Antonino Lio1) è il cosiddetto Studio della Musica, fino agli anni ’80 del Novecento scuola materna ma sede del Giudicato Mandamentale (cioè della Pretura) sin dal 1846, poi destinato ad ospedale nella transazione del 1864.
Ma, come si è già detto, i locali non furono mai consegnati alla Congregazione di Carità e furono utilizzati come scuola elementare e poi come sede della Banda Municipale (da cui il nome Studio della Musica2), poi di nuovo come scuola materna e dopo un lungo periodo di abbandono ceduti nei primi anni del decennio scorso ai tifosi della squadra locale di pallone. Vittoria vantava comunque una antica tradizione bandistica, con l’esistenza di «due belle Filarmoniche» (La China, pag. 462-471), che accompagnavano le funzioni religiose e -si presume- eseguivano anche brevi concerti a Vittoria e fuori.
La prima era diretta da Francesco La China e cessò di esistere nel 1847, con la morte del direttore; la seconda, diretta dal maestro Onofrio Fontanazza, cessò di esistere nel 1879. Dalle deliberazioni comunali apprendiamo però che nel 1861 che il Consiglio Comunale istituì formalmente una banda musicale cittadina, che appunto nei locali di via Bixio in seguito ebbe la sua sede definitiva. In essa operarono un maestro istruttore (ricoprì tale carica Salvatore Zappalà dal 1861 in poi ed il figlio Domenico, dal 1908 per un breve periodo), ed un direttore.
Tra i direttori ricordiamo Alessandro Barbera3 e poi il maestro Mario Maci (dal 1930 fino agli anni ’50), di cui la biblioteca possiede un congruo numero di spartiti donati dagli eredi.
Agli inizi della via Bixio sorgono edifici notevoli, tra cui la casa oggi Zappulla (con volte a botte seicentesche), il palazzo Ricca del barone della Scaletta (all’angolo con la via Marsala). L’edificio sembrerebbe essere stato costruito negli ultimi anni del Settecento e nel 1851 la consistenza era la seguente:
- sei stanze sulla via oggi Bixio
- una stanza sulla via Marsala
- quattro magazzini lungo l’attuale via Carlo Alberto.
Non c’è traccia di piano superiore, prova che il palazzo sarebbe stato ristrutturato e sopraelevato dopo il 1851. L’edificio appartenne a don Gioacchino Ricca, barone della Scaletta che nel 1834 curò la costruzione dell’urna del Venerdì Santo e i cui eredi la ospitarono al pianterreno fino agli anni ’80 del Novecento.
Il salone a primo piano fu affrescato da Luigi Giordano di Messina (dopo il 1851) e da Alessandro Abate (1899). L’edificio, caratterizzato da un giardino pensile, è di proprietà del Comune e recentemente se ne sono appaltati i lavori di ristrutturazione.
Altro grande caseggiato, però rimasto intatto dalla fine dell’Ottocento è quello delle case Jacono, che occupa mezzo isolato tra le vie Bixio, Calatafimi e Palestro, costituite da una decina di stanze basse ed una a primo piano, orti e magazzini, ristrutturati nell’aspetto attuale nella seconda metà dell’Ottocento. In totale di tratta ci circa 2000 mq.
NOTE
1] Più volte decurione (cioè consigliere comunale), Magistrato Municipale (cioè sindaco) nel 1860. 2]La banda risulta istituita con delibera del 19 giugno 1861 e già nel dicembre 1882 risulta insediata nella sala dello Studio della Musica. Da una deliberazione del 31 marzo 1883 apprendiamo che nel febbraio il locale era parzialmente crollato. Sulla storia della banda hanno scritto Gianni Ferraro, Pietro Monteforte ed in ultimo con una tesina Gianna Emilia Dezio, Storia del corpo bandistico della Città di Vittoria, 2010.
3] Autore della musica dell’Inno a Vittoria Colonna su versi di Francesco Maganuco, nel 1907.