La flora e la fauna oggi.
Una descrizione più aggiornata della flora e della fauna della Valle è stata fatta da Salvatore Palmeri (1998), secondo il quale oggi, oltre ai sempre rigogliosi canneti e ai residui Pini d’Aleppo sfuggiti agli incendi (dolosi in gran parte) nella Valle dell’Ippari, esistono alberi di quercia spinosa, ginepro, olivastro e leccio, bagolaro (in dial. miliccucu), pioppo bianco, salice comune, salice viminale, salicano (àrbano) e sambuco. Tra le formazioni a cespuglio resistono il lentisco, l’alaterno, la fillirea, il biancospino “russuliddu”, il terebinto, il corbezzolo e la bruca o tamerice. Inoltre l’artemisia, il mirto, l’efedra, la retama, l’euforbia arborea, l’euforbia caracia, la calycotome, il citiso, l’anagyris foetida, il ricino e l’ailanto del paradiso, il ceppitone, l’ononide (in dialetto puddara), il teucrio, il rosmarino, il timo (sautaredda o satra), la thymelea irsuta (munacedda), il cisto (rusedda), l’erica e la palma nana. E ancora: cappero, rovo, stramonio, ferula, salsapariglia, ampelodesmo (ddisa), asfodelo (vastuni r’o Patriarca), nepeta (nipitedda“), ruta, cicuta, zafferano, narciso, pungitopo, ciclamino, romulea, iris, mandragora, acanto, papavero sonnifero, orchidee varie. Fra le piante eduli: borragine (vurranij), bieta (agghiti), sinapis pubescens (meglio conosciuta come sanacciola), il raphanus landra (o raricedda), amareddi, lassini pilusi. Numerose sono le specie di graminacee, giunchi, equiseti, cannegiola presenti.
Per quanto riguarda la fauna della Valle dell’Ippari, sempre secondo Palmeri abbiamo:
- fra gli Invertebrati le sanguisughe (sanguette), il cerambice della quercia e l’insetto stecco;
- fra i Crostacei: granchio (un tempo aranci ri sciumi o ri saiuni);
- fra gli Anfibi: rospo (buffa), raganella, discoglosso e rana verde (laurunci);
- fra i Pesci: anguilla e tinca;
- fra i Rettili: colubro carbonario (scursuni nivuru), la natrice dal collare (uisina da piccola, culorva da adulta), colubro leopardino (scursuni ‘i rranatu), geco (passiatura), lucertola, ramarro (lucirtuni ‘mpiriali), gongilo (cuocciu ri sarda), tartaruga (estinta la tartaruga palustre);
- fra i Mammiferi: topo quercino, ratto, arvicola, topo domestico, coniglio, lepre, istrice o porcospino (roditori), il toporagno e il riccio (insettivori), diverse specie di pipistrelli, donnola (pidduottila), volpe, gatti e cani inselvatichiti;
- fra gli Uccelli stanziali: coturnice (pernice), gallinella d’acqua, merlo, ghiandaia, cornacchia grigia (curnaccia), poiana, gazza (carcarazza), piccione torraiolo, passera mattugia, gheppio (izza), allocco, barbagianni (pivula), civetta (cucca), assiolo (iacuopu). Estinti la taccola (ciavula[1]) e il gufo reale;
- fra gli Uccelli di passa: germano reale (cuoddu virdi), marzaiola (rutena), volpoca, garzetta, airone rosso (russieddu) e airone grigio, pavoncella (nivarola), beccaccia, beccaccino, piro piro piccolo, martin pescatore, upupa (pipituna), ghiandaia marina (assai rara), quaglia, tortora, rigogolo (lauraddiu), storno, tordo bottaccio (ormai raro), passero solitario, pettirosso, codirosso spazzacamino, saltimpalo, lucherino, fringuello, verzellino (rapparieddu), fanello (minutulu), zigolo nero, verdone, frosone, ballerina gialla (pispisa) e ballerina bianca (parrinieddu), cinciallegra, occhiocotto, scricciolo, falco di palude e a volte la rarissima aquila del Bonelli.
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NOTE
1]Nei documenti del Seicento è registrata una contrada col nome Cozzo o Raffo delle Ciavole, forse sulla Valle