giovedì, Novembre 21Città di Vittoria
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d) ville a Boscopiano

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Vittoria nacque a Boscopiano, contrada nota nei documenti sin dal 1409, ma oggi nulla più esiste dell’antica sughereta (Boscuplanu, lu quali è d’arbori di suvari, così leggiamo in un passo del Quinterno dei Feudi di Bernardo Cabrera). La circonvallazione della Statale 115, che taglia la contrada e la stessa conformazione della zona, dove ancora si vedono le profonde conche un tempo acquitrinose, ha impedito alla città di espandersi a nord ovest. Vi sorgevano numerose case di campagna ottocentesche (tra esse, però recuperata, la casa di campagna dei Leni di Spadafora a Salmé), la più bella delle quali era quella di don Giuseppe Jacono Roccaddario, ricco proprietario terriero e commerciante con Malta (Palmeri), meglio nota come Villa Davide. Progettata nello stesso stile di Villa Fegotto di don Evangelista Rizza (probabilmente dallo stesso architetto), fu completata tra il 1886 e il 1888 «come si deduce da una data dipinta sull’unico soffitto superstite opera di Gioacchino Santocono…» e dall’arco d’ingresso in pietra su cui è incisa tale ultima data. «La villa a differenza di tante altre costruzioni site in campagna non ha annesso nessun fabbricato rurale, ma era nata solo per essere una costruzione elegante infatti ha la facciata tutta ricoperta da piastrelle di ceramica di Napoli e al piano superiore vi sono quattro colonne che ricordano le ville palladiane. Aveva tutte le volte affrescate dal citato Santocono con delle figure di donne succintamente vestite, che il colonnello Solito successivo proprietario della villa fece distruggere» o per pruderie o forse perché le volte erano rovinate18. Oggi la villa, già adibita a sala di ricevimento, è proprietà Di Rosa19. Altra costruzione notevole è l’antica casa di campagna di Leni Spadafora (oggi proprietà Di Modica), sede di un’avviata azienda olivicola.


NOTE

[18] Giuseppe Jacono Roccaddario, figlio di massaro Salvatore (uno dei “rivoluzionari” che nel 1848 fecero parte della Giunta di Salute Pubblica) fu prima fervente seguace di Rosario Cancellieri, poi suo acerrimo nemico, al punto da dileggiarlo con fogli satirici dal titolo “Ciccu, Cola e don Fracassa” e fu inventore dell’uso politico dei mortaretti, con cui salutò la sconfitta di Cancellieri nel 1882. Così ne parla Orazio Busacca, riferendosi alla campagna elettorale amministrativa del 1893, finita in parità: «la città gode la chiete e non si sente rompere i timpani, le viscere ed altro…dallo sparo continuato delle bombe, mortarii, mortaretti e petriere, barbara e selvaggia invenzione messa in uso nella votazione del 1882 dall’inventore Signor Giuseppe Jacono Roccaddario per fare onta al caduto Signor Deputato Comm.re e Cavaliere Rosario Cancellieri. Oggi divenutogli amico, e che dal giorno che gli divenne amico perché pentito del suo malfatto, lui il Signor Jacono Roccaddario si diede a stare in un suo poderetto vicino al nostro abbitato [Villa Davide] menando una vita campestre e solitaria, e siccome Iddio non paga mai il sabato, così ha permesso che il partito Jacono in tutte le ricorrenze di vittoria elettorale, si ha fatto un dovere di andare a fargli sentire il dolce tuono delle bombe e petriere, di notte tempo e nelle ore del sonno, giusto per come lui il faceva gustare a tutti i comunisti vittoriesi, causa di aversi verificati aborti di donne del volgo e di signore ancora!!! …Chiddu ca faciemmu ni veni fatto!!In questa ultima votazione elettorale…il signor Jacono Roccaddario non venne a votare tuttoché amico del partito Cancellieri! A lui si deve la colpa del 1882 di avere demoralizzato il corpo elettorale!».
[19] La villa fu venduta dal figlio del costruttore, Salvatore, al colonnello Solito nell’immediato dopoguerra. Venduta ancora una volta, nei primi anni ’80 pervenne nelle mani dell’imprenditore gelese Salvatore Granvillano, che comprò anche altro terreno limitrofo alla villa per farvi un parcheggio.

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