giovedì, Novembre 21Città di Vittoria
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f) Piazza Giordano Bruno e il Collegio di Maria

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La Piazza Giordano Bruno e il Collegio di Maria (già Ginnasio poi Liceo Ginnasio, Scuola Media “Don Milani”, oggi Istituto Comprensivo San Biagio).

Nella Piazza Giordano Bruno (già Savoja o Piano di San Biagio), nell’edificio attaccato alla chiesa di san Biagio, sin dagli anni ’80 del Novecento è allocata una scuola media, già intitolata a Don Milani e oggi Istituto Comprensivo “San Biagio”.
Ma l’edificio è conosciuto dalle vecchie generazioni come il Ginnasio poi Liceo Classico “Rosario Cancellieri”.
In verità si tratta di un antico Collegio di Maria.


Box. Il Collegio di Maria a San Biagio.

Sulla storia del Collegio, leggiamo da La China (che è più completo rispetto al barone Paternò):
«Il sac. don Francesco Molé nel 1732, collaterale alla chiesa di San Biagio, fondò un Collegio di Maria, colle stesse regole dettate dal Cardinal Corradini per la Città di Sezze. Il nostro Collegio intanto assunse il titolo di Gesù di Roma, e le Collegine si ebbero il compito dell’istruzione femminile, dovendo le ragazze apprendere i doveri religiosi e civili, non che il modo di eseguire lavori donneschi. Fondato il Collegio, sorse il bisogno di una Chiesa; e siccome esistea allato quella di San Biagio, fondata, come credesi da coloni di Comiso, circa il 1642, così l’aggregazione fu bella e facile; e nell’anno stesso 1732 divenne già un fatto compiuto, riserbandosi soltanto l’Arciprete don Errico Ricca il suo dritto parrocchiale, cioè quello di amministrare alle convittrici il SS.mo Viatico e la Estrema Unzione. Venuto in Sacra Visita, nel 1734, il Vescovo di Siracusa, Mons. don Matteo Trigona, e non trovando ancora stipulato l’atto di donazione del Collegio, a mente dei sacri canoni, neppure volle visitarlo, reputando piuttosto quel Collegio come Convitto di donzelle secolari. In seguito, il detto sac. Molé, a 19 Novembre 1737, stipulò l’atto di dotazione in onze 50 annue…presso gli atti del notaro don Saverio Gafà, ed il Collegio venne poscia visitato per la prima volta, nell’agosto del 1750, dal Vescovo di Siracusa Mons. don Francesco Testa da Nicosia…».

Tutto sembrerebbe essere andato liscio. In verità le cose furono assai più complicate. Grazie alla documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Ragusa ed agli atti annessi al rivelo del 1748, siamo in grado di ricostruire le vicende che portarono alla nascita del primo Collegio di Maria a Vittoria. La storia cominciò nel 1728, quando si incontrarono due forti personalità: don Francesco Molé (nato nel 1678 a Comiso secondo Stanganelli e cittadino palermitano per privilegio concesso), Commissario della Santa Inquisizione ed il giovane don Errico1 Ricca (nato nel 1700), figlio del barone don Giovan Battista Ricca2. Tornato a Vittoria da Palermo nel 1728, il giovane don Enrico Ricca venne a sapere che don Francesco aveva messo mano a realizzare (raccogliendo però elemosine) accanto alla chiesa di San Biagio «…una casa da conviverci donzelle povere, e vergini». Don Errico, che aveva studiato a Palermo, dove era venuto a conoscenza della novità costituita dalla fondazione dei Collegi di Maria, suggerì a don Francesco «di più tosto farne un Collegio di Maria per il bene se ne ricavava», in quanto le religiose non solo avrebbero trascorso il loro tempo pregando, ma sarebbero state impiegate ad istruire le fanciulle nella dottrina cristiana e nelle arti manuali. L’idea piacque a don Francesco, che continuò a costruire. Quando nel marzo 1731, don Errico fu nominato nuovo parroco, dopo la morte dello zio don Desiderio Ricca, i due concordarono che era venuto il momento di trasformare la casa in Collegio di Maria. Con il consenso di don Francesco, Ricca chiese al sac. don Gaetano Errante di mandare sua sorella suor Crocifissa, con suor Gesualda Sprivieri, nel Collegio di Maria di Morreale, per istruirsi ed essere poi nelle condizioni di svolgere l’una il compito di superiora e l’altra di maestra di scuola. Nel maggio 1731 pertanto don Errico fece nominare dai Giurati il sac. don Alberto Carlino come predicatore quaresimale, perché venendo a Vittoria portasse con sé le due suore, che furono ospitate nel Monastero di Santa Teresa. Don Alberto Carlino portò con sé le regole fatte dal card. Corradini per il primo Collegio di Maria, istituito nella città di Sezze ed approvate dal papa Clemente XI nel 1717. Occorrendo la chiesa, don Errico concesse che la chiesa filiale di San Biagio venisse aggregata al Collegio di Maria, cosa che avvenne con atto del 10 marzo 1732. In attesa del perfezionamento della fondazione, dal 25 marzo 1732 il Collegio fu aperto, con l’ingresso in esse di parecchie fanciulle.
Dopo questo fatto, null’altro si fece. Quando nel 1734 il vescovo mons. Trigona venne a Vittoria per la consacrazione della nuova Chiesa Madre, si rifiutò di visitare la struttura, perché priva dei fondamenti minimi per essere riconosciuta come Collegio di Maria e così sarebbe stato fino a quando don Francesco non avesse assegnato la dote necessaria. Cosa che don Francesco fece con atto del 19 novembre 1737, assegnando alla struttura onze 50 annue basate «sopra una tenuta nominata di Boscopiano con terre sopra e sotto acqua, e cursi d’acque mandre, case, Palazzo ed altri commodità…qf. con terre del fego di Bosco Rotondo», oltre che su sedici case a conf. con l’orto di San Biagio e su vigne in contrada Resiné.
Come si è detto, don Francesco Molé era assai ricco. Nel 1748 dichiarò di possedere beni stabili per onze 4.600 (certo una bazzecola, pari ad appena il 10% delle 50.000 onze dichiarate da don Errico Ricca!) e beni mobili per 370 onze. Tra i beni stabili una grande casa in 13 corpi di sua abitazione a San Vito, 12 immobili in vari quartieri (San Vito, San Francesco, Grazia), 15 case congiunte e collaterali a confine con l’orto di San Biagio3 e le terre Comuni. Possedeva inoltre vigne per 93 m.ra in varie contrade, da Resiné all’Ancilla, da Burgaleci a Pozzo Ribaldo etc.4. Dichiarava gravezze per onze 1550 e quindi aveva un reddito netto di onze 2500 circa. A sua volta la Venerabile Chiesa di San Biagio (tramite il suo procuratore) dichiarò di possedere 3 case nel quartiere Sant’Antonio, 9 tumoli di terra a Gelati, un orto di 12 tumoli nella contrada Communi a confine con la chiesa e case del rev. don Francesco Molé, più un vignalotto girato di muri5.

Le regole dell’istituto furono approvate dal vescovo di Siracusa nel 1755, quando ormai da gran tempo i rapporti tra don Errico (che però aveva già fondato il suo Collegio di Maria a San Giuseppe, vedi oltre) e don Francesco si erano guastati. Da un lato infatti don Francesco considerò la sua creatura solo in parte sottomessa alle regole di Sezze prevedendo particolari privilegi per sue consanguinee; dall’altro non volle mai accettare la supremazia del parroco Ricca all’interno del Collegio, cosa che provocò il ricorso di don Errico al vescovo di Siracusa. La disputa, che coinvolse il Vescovado, il Tribunale della Monarchia, il Papa stesso, si protrasse anche dopo la morte di don Francesco, avvenuta nel gennaio 1759 e fu risolta con una transazione nel 1761, con il riconoscimento del diritto del parroco sulle funzioni da praticarsi nella chiesa e nell’amministrazione dei sacramenti alle religiose, mentre tutto il resto era competenza del cappellano. Un nuovo scontro per la supremazia tra arciprete e cappellano scoppiò nel 1764, quando in occasione della visita del vescovo, il cappellano non volle riconoscere il ruolo dell’arciprete e riaffermò il suo diritto, in base alla transazione del 1761, di servire «il Vescovo nel porgergli l’acqua benedetta e di mostrarli li Sacri depositi della SS.ma Eucaristia, e dell’Olio Santo degli Infermi…». Ricca, umiliato, ricorse al Vescovado adducendo il fatto che la transazione del 1761 era da ritenersi lesiva dei diritti suoi e dei successivi parroci «e che spettasse a lui, e suoi posteri, il gius di servire al Vescovo nella Sacra Visita da farsi in detta Venerabile Chiesa, e che la celebrazione della Messa Sollenne spettasse ed appartenesse a detto rev.do Parroco e suoi da cantarsi nella vigilia dell’Ascenzione, in occasione della Rogazione, che si porta in detta Venerabile Chiesa». Ma sia il vescovo, che il Tribunale della Monarchia gli diedero torto…

***

Passato al Comune nel 1867, il Collegio di Maria rimase per un po’ inutilizzato. Poi, su iniziativa del sindaco Cancellieri i locali furono restaurati (1881-1883). Della storia del ginnasio parla La China e da lui apprendiamo che il primo tentativo di creare un ginnasio (l’attuale scuola media) risale al 1870, su proposta del cons. Giacomo Carfì. Per l’anno scolastico 1871-1872 funzionò però solamente la prima classe6, quindi una seconda e nel 1875 una terza7 e nel 1876-1877 una quarta classe, ubicate a San Giuseppe. Probabilmente l’esperimento (tutto affidato a sacerdoti) non ebbe grande successo se il sindaco Cancellieri fece deliberare di nuovo dal Consiglio l’istituzione di un Ginnasio comunale (14 settembre 1879), proponendo la nomina di due insegnanti per le due classi funzionanti: il prof. Atanasio Bracci Cambini di Pisa per le materie letterarie e l’ing. comunale Eugenio Andruzzi per matematica, scienze naturali, disegno e calligrafia. Il nuovo indirizzo di studi scolastici fu inaugurato il 10 novembre 1879 nelle sale superiori del Teatro Comunale. Il 7 giugno 1882 ne fu chiesta la “regificazione” che fu ottenuta con decreto del 27 maggio 1883 (quando ormai Cancellieri non era più né sindaco né deputato). Il Ministero aveva però concesso la regificazione a condizione che si approntassero nuovi locali, cosa cui il Municipio aveva già pensato, avendo chiesto da tempo un mutuo con la Cassa DD.PP. per la ristrutturazione degli ex Collegi di Maria a San Biagio e a San Giuseppe. Il ginnasio si trasferì nei locali di San Biagio ai primi di novembre del 1884. Contemporaneamente, il sindaco Gioacchino Jacono (1882-1884) vi istituì una Scuola Tecnica retta dall’ing. Eugenio Andruzzi, scuola che però sia per la scarsa frequenza sia per il trasferimento a Reggio Calabria di Andruzzi fu chiusa (l’idea fu ripresa in seguito e realizzata solo nel 1915 a San Giuseppe8).

Altre notizie sul Ginnasio sono contenute nell’Annuario del Regio Ginnasio degli anni scolastici 1928-1930. Dalla documentazione, risulta che profonde modifiche furono fatte nell’edificio tra il 1928 ed il 1930, con la sostituzione dei pavimenti (mattonelle in cemento al posto delle vecchie basole di pece), il rifacimento dei bagni, la creazione dell’aula magna e della sala dei professori-biblioteca. L’edificio inoltre fu destinato tutto a Ginnasio, con il trasferimento altrove delle scuole elementari che erano ospitate a pianterreno e nuovi arredi scolastici. Il patrimonio librario fu assai incrementato arrivando a raggiungere il numero di 2300 volumi, fra cui una collezione di antiche edizioni di classici latini, in gran parte donata dal comm. Gioacchino Jacono e la raccolta di classici curati da Ettore Romagnoli, in un’epoca in cui non esisteva ancora la biblioteca comunale. Il 24 maggio 1930, con una targa in marmo, furono ricordati gli studenti ginnasiali caduti nella Grande Guerra9.

Per quanto riguarda il Liceo Classico, esso fu istituito dal podestà Santapà nel 1937 (insieme con lo Scientifico) in alcuni vani a pianterreno del complesso scolastico di San Giuseppe. Reistituito come sezione staccata del Liceo Classico governativo di Comiso, con decreto dell’Alto Commissario per la Sicilia Salvatore Aldisio in data 25 settembre 1944, fu a carico del Comune, che ne nominava i docenti. Il 10 novembre 1947 il Consiglio Comunale chiese che fosse dichiarato governativo. A seguito del trasferimento alle Scuole Nuove (2° piano) delle prime tre classi ginnasiali nel 1953, in un primo tempo a San Biagio il piano terra fu destinato a scuole elementari (parte del 2° Circolo, poi trasferite) e alle classi IV e V ginnasiali. Al 1° piano vi funzionava il Liceo Classico. Ottenuta la statalizzazione, nell’a.s. 1954-55 nacque il Liceo-Ginnasio “Rosario Cancellieri”10 rimase a San Biagio fino al 1984 quando fece posto, dopo un’ampia ristrutturazione, alla scuola media Don Milani, in quanto il Liceo negli anni era andato sempre più deperendo come numero di alunni, mentre la scuola dell’obbligo era in continua crescita ed imponeva la ricerca di nuovi e più ampi locali per ospitare i ragazzi. E così il vecchio e glorioso Liceo-Ginnasio fu ospitato prima dal Magistrale e poi annesso al Liceo Scientifico11.

 

NOTE

1] Nei documenti il nome è scritto sempre così e non nella forma Enrico.
2] Don Francesco aveva ereditato dal padre Giuseppe nel 1718 una gran quantità di beni, e poiché «i soldi fanno soldi», il religioso, risulta acquirente negli anni dal 1720 in poi di numerosi altri beni, fra case, terre e vigne. Tra questi, nel 1720 aveva ricevuto in enfiteusi dal barone di Boscopiano, don Giuseppe Maria Interlandi, «…salme 9 tumula tredici e mondelli due di terre nominate le Coste ed Isole di Boscopiano con sue case ed altre commodità…». Nel 1727 don Francesco Molé fu nominato Commissario dell’Inquisizione.
3] L’orto di San Biagio corrisponde all’isolato oggi compreso tra via Bari, Varese e Marsala (la prosecuzione della via Calatafimi fu realizzata dopo il 1875 e prima del 1890).
4] Inoltre 14 salme di terre in contrade varie, in parte chiuse da muri a secco con alberi d’olivo (di cui 5 a cannabate); rendite per 65 onze e poi bovini (7), seminati (in frumento, canapa, scebba) vino (400 barili, canapa (44 quintali), ferro, legname (140 carri di abete di Venezia), 8 salme di frumento, argento (per il valore di 10 onze) e 48 onze in contanti….
5] Si tratta probabilmente dell’area oggi occupata dalla stessa piazza.
6] Insegnante fu nominato don Corrado Labisi di Ragusa, sostituito nell’ottobre 1872 e con incarico fino al 1874 da don Cesare Astuto Leni.
7] Insegnanti di prima e seconda classe don Giovanni Gurrieri e per la terza il sac. Astuto.
8]Sulla storia della scuola a Vittoria cfr. Salvatore Bucchieri, L’istruzione a Vittoria. Tra cronaca e storia, Genius Loci Editrice, 2010.
9]Ad alcuni di essi furono in seguito intitolate le vie Giuseppe Santoro, Giuseppe Coria, Gaetano Di Modica, F.lli Briganti (Luigi e Giuseppe)
10]Per riconoscenza al suo creatore, il ginnasio fu intitolato a Rosario Cancellieri il 21 marzo 1882, cosa che suscitò naturalmente forti opposizioni e che costrinse il Ministero ad intervenire per vietarlo. Nel 1891 si propose di intitolarlo a re Umberto I, ma di fatto il Ginnasio rimase senza nome fino al 1930, quando fu intitolato alla principessa Maria José. Caduto il fascismo, il ginnasio, nel frattempo ampliato a Liceo-Ginnasio, assunse il nome di Rosario Cancellieri.
11]Per molti anni (almeno dal 1965) preside del Liceo-Ginnasio fu il prof. Giovanni Consolino (1916-1991), cui si deve un immenso lascito: quattro opere dal titolo Vocabolario del dialetto di Vittoria (1986), Poesia popolare raccolta a Vittoria (1987), Proverbi e modi di dire vittoriesi (1988) e postumo Il dialetto di Vittoria. Fonologia, morfologia, morfosintassi, lessico (1994), curato dalla figlia prof.ssa Franca Ela Consolino.

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