giovedì, Novembre 21Città di Vittoria
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h) il Monumento ai Caduti

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Il Monumento ai Caduti.

A colmare il vuoto centrale della piazza, dove fino agli anni ‘40 dell’Ottocento era in uso il vecchio pozzo (attorno al quale giravano i bordonari durante la festa della SS.ma Trinità, cfr. La China pag. 339), il 4 novembre 1930 fu posto il Monumento ai Caduti. L’idea di onorare la memoria dei soldati immolatisi per la Patria nella fornace della Grande Guerra, fu suggerita dal Governo, già nello stesso novembre 1918 a tutti i Comuni, ma la cosa non fu di facile realizzazione a Vittoria. Nel mezzo si interpose la vittoria del blocco socialista1, che nel suo internazionalismo e nella volontà di fare la rivoluzione come in Russia, non aveva alcuna voglia di realizzare l’impresa. Né ci fu tempo, perché la reazione della borghesia conservatrice vittoriese armò le squadre del nascente fascismo locale, che a prezzo di due omicidi2, incendi, distruzioni e intimidazioni ottenne l’intervento del prefetto dell’epoca, con le dimissioni forzose dell’Amministrazione socialista, dopo appena 100 giorni di governo.

Nel primo anniversario della marcia su Roma, la nuova amministrazione guidata dal dr. Salvatore Gucciardello (??-1939), legato alla fazione pennavariana del Fascismo ibleo fece incidere la scritta “Ai caduti per la Patria” in una lapide in marmo (sormontata da una lampada votiva), che fu affissa nella facciata del Palazzo Municipale, all’angolo con la via Volturno (oggi Cancellieri) e poi spostata all’angolo tra la via Cancellieri e la via Cavour, dove ancor oggi si trova. La questione del Monumento ai Caduti fu ripresa dal nuovo sindaco cav. Salvatore Ricca (nel 1947 deputato eletto nella lista dell’Uomo Qualunque per l’Assemblea Regionale Siciliana), che propose di finanziare l’opera a spese della comunità, visto che l’Associazione Nazionale Combattenti, che pure si era intestata l’iniziativa, non era riuscita a portare a termine l’impresa. Fu quindi imposto un sovrapprezzo di 50 cent. a chilo sulla carne, e si raccolsero le 90.000 lire necessarie a pagare l’opera. In effetti, il Monumento era pronto sin dal 1923, e lo aveva costruito lo scultore Turillo Sindoni3, che però non essendo stato pagato si rifiutò di consegnare il suo lavoro.

La vertenza si trascinò per anni e si risolse solo grazie all’intervento dell’on. Pennavaria, sollecitato dal podestà Michele Maltese, con il pagamento di £. 80.000 all’autore. Il 4 novembre 1930, il Monumento ai Caduti di Vittoria (recante la statua in bronzo di un soldato sul campo di battaglia e in due lastre laterali i nomi incisi dei circa 500 Vittoriesi morti nella Grande Guerra), poté finalmente essere sistemato al centro della piazza. Diventato oggetto però di atti vandalici, nel 1964, eseguendo una deliberazione di Giunta assunta precedentemente, il commissario straordinario dell’epoca dr. Giovanni Guzzardi fece trasferire il Monumento alla Villa Comunale, in cima alla grande scalinata a lato dell’ingresso centrale. Lì il Monumento stette per ben 33 anni, fino al 1997, quando su pressione insistente dell’Associazione dei Cavalieri di Vittorio Veneto e del suo presidente dell’epoca, cav. Ernesto Cocuzza, fu riportato in Piazza.

 

NOTE

1] Guidato dall’avv. Salvatore Molé (1880-1973)
2]Il 29 gennaio 1921 in piazza squadristi uccisero il consigliere comunale socialista Giuseppe Compagna e il 1° maggio 1922, nell’assalto alla Camera del Lavoro, il giovane operaio edile Orazio Sortino.
3] Nato nel 1868 a Barcellona Pozzo di Gotto, morì nel 1941. Scultore di buon livello, con opere oggi a Roma e Firenze e recentemente presente anche nelle vendite di case d’arte.

 

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